Eravamo stati in Egitto nel lontano 1999, credo sia stato il nostro primo viaggio serio anche se ancora in modalità “accompagnati” con guida, pullman e contorno di altri 50 turisti lagnosi e accaldati, con visite dettate dalla tabella di marcia e dalla percentuale al nostro accompagnatore sui nostri acquisti… bello, ma ci aveva lasciato la sensazione di non averlo vissuto in pieno, forse proprio lì, dal primo viaggio, ci siamo accorti che i tour operator non facevano per noi (e in effetti dopo un altro viaggio simile abbiamo cambiato metodo e iniziato col fai da te)
Poi è arrivata nostra figlia che come tutti i bambini non appena ha avuto l’età della ragione si è innamorata di piramidi, mummie, geroglifici e tutto quanto il mito egizio offriva. Quindi quale miglior regalo per i suo 10 anni, in pieno programma scolastico sugli egizi, se non portarla 5 giorni al Cairo? Detto fatto: prenotato volo e b&b su internet il 13 aprile partiamo destinazione il Cairo. Come b&b abbiamo prenotato al “Great Pyramid Inn”, una piccola pensione pulita, economica, con personale gentile, di fronte le piramidi (la mattina la colazione sulla terrazza era spettacolare) ed a soli 50mt dall’ingresso all’area archeologica della piana di Giza.
Questa volta niente guide, niente pullman, niente orari: solo noi, una stanza con vista piramidi e qualche tassista. Bisogna dire che i viaggi in taxi sono la parte più pericolosa del viaggio, a 120 km/h fissi, tra auto contromano, dromedari, carretti, moto… ma è anche un ottimo modo per vivere e capire una città come il Cairo
Primo giorno dedicato ovviamente all’esplorazione di Giza. A differenza dell’altra volta (“non c’è tempo”, “non merita”, “è faticoso”) siamo entrati sia nella piramide di Cheope che in quella di Micerino e devo dire che è stata un’esperienza alquanto faticosa ma appagante. In quella di Cheope l’accesso è particolarmente duro, con un corridoio di forse un metro per un metro e lungo un centinaio, in salita, con un caldo soffocante, poi arrivi alla camera sepolcrale grondante sudore e al limite dell’infarto e li trovi tutti lì ad occhi chiusi, spalle alla parete… pensavo per rinfrescarsi la schiena e provo ad appoggiarmi anch’io ma le pietre dopo 7mila anni sotto al sole quasi scottano, e allora? poi capisco che cercano di captare l’energia della piramide, li mando silenziosamente a fanculo e mi godo il momento. All’uscita una turista italiana mi chiede cosa ho provato all’interno e io rispondo deciso “Male alle gambe” ma dall’espressione mi sà che non era quello che intendeva 🙂
Secondo giorno si val al Museo Egizio, irrinunciabile per nostra figlia che da quando ha saputo del viaggio non sogna altro che mummie, sarcofaghi e vasi canopi. Prendiamo un taxi e arriviamo pochi minuti prima dell’apertura, la ressa è tanta ma una volta dentro i più si concentrano nelle sale principali lasciandoci così noi tranquilli di visitarcelo con calma. Usciti prendiamo un taxi e ci affidiamo a lui per portarci a mangiare in riva al Nilo. Ci porterà così da un amico che ci farà fare un bel giro sul fiume con annessa una mangiata del pesce più buono che io abbia mai mangiato in vita mia. Il tassista è simpatico ed onesto e ci accordiamo per domani che ci venga a prendere per accompagnarci tutto il giorno.
Terzo giorno dedicato a Saqqara, Memphis e Dahshur. Puntuale alle otto del mattino arriva il nostro tassista che ci porterà in giro tutto il giorno sbrigando anche le formalità di ingresso a Saqqara e Dhashur che a quanto pare sono più restrittive che a Giza, forse perchè entriamo in auto. A Dhashur entriamo nella piramide rossa, a Saqqara in diverse tombe, poi a pranzo in un fresco ristorante con dell’ottimo pollo grigliato.
Quarto e ultimo giorno pieno di permanenza al Cairo dedicato alla Moschea di Muhammad Ali, alla Cittadella ed al suk di Khan El Khalili, quest’ultimo particolarmente affascinante se come noi si ha il tempo di girarne i vicoli secondari (non adatto a chi è particolarmente schizzinoso…)
E arriva anche l’ultimo giorno… abbiamo l’aereo all’una del pomeriggio e quindi abbiamo un paio d’ore libere per andare a salutare la Sfinge che da cinque giorni ci veglia di fronte la nostra camera
Che dire… qualche giorno prima della nostra partenza due attentati al Cairo ci avevano impensierito, ma solo per un attimo: guai a farsi fermare da delle stupide paure amplificate da giornali a caccia di sensazionalismi, qualunque posto al mondo oggi, purtroppo, non è più sicuro. E allora non resta che dire grazie e soprattutto arrivederci a questo luogo magnifico e alla sua gente ospitale e amichevole 😉
E per finire il video di quest’avventura 😉
ciao Roberto, ancora una volta bellissimo resoconto di viaggio, come ti dicevo io e mia moglie abbiamo visitato l’Egitto una decina di anni fa, un viaggio organizzato di cui la cosa che abbiamo apprezzato maggiormente è stata la preparazione e la disponibilità della guida che ci ha permesso di apprezzare cose che altrimenti ci avrebbero dato solamente una soddisfazione visiva, forse siamo stati fortunati. Ottime foto
Anche a noi all’epoca la guida, molto preparata, aveva spiegato tante cose, forse proprio il ricordo di queste spiegazioni insieme al fatto di esserci documentati prima ci ha aiutato a fare tutto da soli. Ma la mia intolleranza 🙂 alle guide ed ai viaggi organizzati in genere va al di là dei vantaggi, indubbi, che si hanno con loro. Diciamo che apprezzo di più il poter girare liberamente a costo di perdermi un poco di informazioni piuttosto che sentire una lezione di storia sul pullman e poi vedere le cose dal finestrino, o quasi… poi in Egitto, come in tutto il nord Africa, è tutto molto facile e trovi sempre chi ti dà una mano, ti aiuta o si improvvisa guida per un paio d’euro.